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L’Informatica e la Filologia – La rivincita delle lauree umanistiche in ambienti tecnologici

Quando le colleghe che si occupano di comunicazione in azienda hanno condiviso la necessità di dar voce ad ognuno di noi e a tutti gli argomenti a noi più vicini, non ho potuto che pensare ad una cosa: l’Informatica e la Filologia.

Ogni volta che mi chiedono quale sia il mio lavoro e quali siano stati i miei studi, alla risposta gli interlocutori restano interdetti. Un Account Manager, in una società che si occupa di servizi e soluzioni informatiche, laureata in Lettere con una specializzazione in Filologia? Ebbene sì. Cos’altro dovrei fare?
Siamo forse abituati a pensare che l’università debba insegnare un mestiere, ma se ci pensate bene, se così fosse, quasi tutti i corsi di laurea sarebbero superflui! Chi non si è mai chiesto a cosa serva una laurea in Filosofia, ad esempio?

Ci sono però tanti mestieri, tra cui quello di Account Manager, che hanno come peculiarità le famose soft skills; Cosa sono? Doti organizzative, forti capacità relazionali, strategie di comunicazione, cura del grado di soddisfazione degli interlocutori. Tutto questo è quello che richiede il mio lavoro, ed è soprattutto quello che una laurea umanistica insegna. Non un mestiere, ma un metodo di pensiero, essenzialmente strumenti per affrontare problemi.

Ai fini di una valutazione positiva dei lavoratori in un’azienda le soft skills sono fondamentali.


La capacità comunicativa, sapersi esprimere sia attraverso il linguaggio verbale sia attraverso la scrittura, è un tratto essenziale nel mondo del lavoro (in verità nel mondo intero!), non fosse altro che per farsi ben comprendere. Sfido chiunque abbia fatto un esame di glottologia e linguistica, come noi laureati in filologia, a non pensarci davvero bene prima di esprimersi in un costrutto, scritto o verbale; a non pesare il reale significato delle parole, ogni virgola, quale concetto esprimere prima e quale dopo.

Il famoso problem solving di cui parlano tutti, nel dettaglio: comprendere ed analizzare un problema per individuare la soluzione migliore con atteggiamento propositivo. Ora immaginate una diciannovenne, sulla soglia della facoltà di Lettere con il programma di Storia Romana comprendente due manuali, tre testi, la cartina muta attraverso la quale indicare le evoluzioni territoriali dell’Impero Romano e i mezzi busti degli imperatori. Quella ragazza ha il problem, meno solving, della sua vita! Superato quello, organizzare un file riepilogativo contenente le attività di trenta consulenti è una passeggiata salutare, non credete?

Entusiasmo e motivazione. Quanto essenziale sia nel lavoro avere un atteggiamento positivo, trasmettere determinazione senza però cadere nell’ostentazione? Ebbene, la laurea in Lettere non prevede un test di ingresso ma ha come prerequisito l’entusiasmo e la motivazione, se non altro per prepararti ad affrontare il panegirico di tutti coloro che reputano i tuoi studi inutili. Voglio dire, o sei motivato ed entusiasta nella vita e ti iscrivi a Lettere oppure… ehm, ti laurei in Ingegneria!!!

Lasciando alla precedente perifrasi gli scherzi, in conclusione, volevo semplicemente condividere la mia esperienza, di quanto il mio percorso sia stato favorito dal mio bagaglio culturale e di quanto si sia poggiato su radici che sono state piantate durante il mio percorso universitario. Attraverso, per esempio, i grandi classici della letteratura italiana fonte inesauribile di esperienze cognitive, spunti di riflessione e sollecitazione alla sensibilità e all’intelligenza emotiva o al grande impegno profuso per superare esami gravosi.
Poi inizia il lavoro, e a quel punto bisogna strutturarsi; per farlo è necessario specializzarsi continuando a studiare; d’altronde la formazione continua non è altro che la chiave del vero successo. E chi, più di un laureato in Lettere è predisposto alla formazione?

Vi lascio con quella che penso spesso essere la risposta a molte delle domande sulla professionalità che mi pongo, declamata nel testo di una vecchia canzone:

“Eterno studente, perché la materia di studio sarebbe infinita e soprattutto perché so di non sapere niente.”

Antonella Varriale

Account Manager – Axcent Technology Solutions
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