Brayam Rojas ha 22 anni ed è in Axcent dal 2016.
É originario del Sud America ed è un ragazzo allegro e di spirito, sempre con la battuta pronta. Attualmente si occupa della manutenzione dei sistemi di automazione presso il deposito ATM della MM1 – Precotto e il suo arrivo in azienda ha una storia un po’ particolare.
Frequentando il corso IFTS (Istruzione Formazione Tecnica Superiore) presso i Salesiani di Sesto, fu selezionato da Axcent tra tutti i suoi compagni di corso per un tirocinio. Axcent e i Salesiani collaborano da anni per dare l’opportunità, ai più meritevoli tra gli studenti del corso, di effettuare colloqui conoscitivi ed essere selezionati per tirocini ed inserimenti in azienda. La sua storia potrebbe ispirare molti ragazzi ed è per questo che gli chiediamo di raccontarsi.
F: Brayam, al tuo primo colloquio eri ancora uno studente, ci racconti com’è andata?
B: “Sì esatto, ero ancora uno studente, in realtà ero alla fine del mio corso IFTS; con Axcent ho fatto il primo colloquio conoscitivo, quello delle selezioni per un tirocinio. Mi sentivo irrequieto e contento allo stesso tempo! Volevo assolutamente fare una buona impressione perché sapevo che sarebbe stato solo l’inizio per nuove opportunità e l’ansia era tanta, ma alla fine è andato tutto benissimo!”
F: In precedenza avevi avuto altre esperienze lavorative? Quanto è stato utile che il tuo istituto di formazione avesse rapporti con le aziende del territorio?
B: “Sì, ho avuto una precedente esperienza lavorativa; era uno stage durante il quarto anno di scuola superiore. Poi con Axcent ho avuto il primo vero lavoro con un vero e proprio contratto. Che il mio istituto, un ambiente che mi conosceva bene, potesse essermi accanto anche nella ricerca di un’azienda che mi introducesse al mondo del lavoro, è stato utilissimo. Mi ha aiutato ad entrarci con la giusta testa. Sarò sempre grato ai Salesiani per tutte le occasioni di crescita che mi hanno dato.”
F: Quindi consiglieresti a qualcuno il tuo percorso di studi?
B: “Assolutamente sì! Personalmente mi è stato molto utile e sicuramente lo sarà anche per molti altri ragazzi con la mia stessa voglia di fare e di mettersi in gioco.”
F: Ricordi qualcosa del primo giorno di lavoro che ti va di raccontarci?
B: “Il primo giorno di lavoro non si scorda mai!Per paura di fare ritardo arrivai alla portineria del deposito 30 minuti prima dell’orario concordato. Non sapendo dove fosse l’entrata chiesi alla guardia in servizio, che mi disse:” Fa’ il giro ed entra dall’altra parte.” Non avendo capito bene cosa intendesse per “fai il giro” e non volendo disturbare ulteriormente, feci effettivamente il giro di tutto il deposito chiedendo indicazioni ad ogni persona che incrociavo. Mi sono ritrovato poi ovviamente in ritardo. Insomma, un disastro!Dopo immense camminate e il ritorno al punto di partenza mi decisi a chiamare l’Ing. Angelo Camera, che poi comunicò subito la mia presenza all’ingresso al mio attuale tutor Claudio Sala, le cui prime parole furono: “Ma ci hanno mandato Neymar!”E così ho iniziato così il mio viaggio in Metro Milano, con quel soprannome.”
Ovviamente, poi mi confessa che l’entrata era alla porta accanto della portineria e dopo questa mi verrebbe proprio da chiedergli tanto altro perché intuisco che il divertimento non sia mancato in questi anni:
F: Come sono i legami al lavoro? Com’è l’ambiente?
B: “Sin dal primo giorno sia i miei colleghi che il personale ATM sono stati ospitali e mi hanno accolto con cordialità. È un ambiente di lavoro complesso ma allegro e in questi anni ho avuto modo di lavorare e conoscere tante persone di altre aziende con le quali si è instaurato un ottimo rapporto, anche di amicizia. Ormai parlo di amicizia prima che di rapporto tra colleghi visto che passo con loro la maggior parte della mia giornata! Ad esempio, Claudio, il mio tutor, è sempre stato molto paziente e disponibile con me e mi ha dato tanto, non solo le conoscenze tecniche adatte a svolgere il mio lavoro, ma anche veri e propri insegnamenti di vita. Tra noi ormai è d’abitudine uscire insieme da lavoro dopo una giornata lunga e stancante, e rilassarci con un aperitivo e qualche risata…anzi, direi tante risate! “

F: Dici una giornata lunga e stancante, ma com’è una tua giornata tipo?
B: “In genere andiamo su turni: io inizio a lavorare alle 7.00 del mattino, quando i treni escono dal deposito e si dirigono verso la linea per effettuare il regolare servizio di trasporto; la mia presenza a quell’ora è fondamentale per risolvere eventuali guasti. Poi il resto della giornata è molto dinamico: manutenzioni programmate, manutenzioni correttive, eventuali modifiche sia del software che delle meccaniche, scarico e analisi dati dai treni, gestione del magazzino e assistenza tecnica verso il cliente in orari di reperibilità (cioè fuori dall’orario lavorativo, compresi i weekend).”

F: Ti piace che sia così?
B: “Il mio lavoro è bello perché è imprevedibile. Non c’è mai nulla di monotono, ogni giorno arriva qualcosa di nuovo, che sia statico o più dinamico. Non smetto mai di imparare e questo lo rende molto interessante.”
F: Ma la tua vita non sarà solo lavoro, cosa fa Brayam quando non è su un treno?
B: “Come tutti quando esco da lavoro, soprattutto se è stata una giornata molto impegnativa, cerco modi per rilassarmi. Per me il migliore è il calcio. Mi distende, mi fa staccare completamente la mente, e non mi fa pensare per niente ai problemi che ho potuto avere durante la giornata. Poi non mancano i momenti più pigri da divano, guardando un film e mangiando pop-corn oppure leggendo qualche libro o nel weekend le uscite con gli amici tra la movida milanese. Quest’anno, in particolare, ho in progetto di andare in ferie a Dicembre e tornare nel mio paese d’origine, il Perù, per far visita ai miei parenti e godermi l’estate sudamericana. Non vedo l’ora!”
Me lo sono immaginato con la divisa Axcent a lavoro, con una maglia da calcio e poi con un chullo peruviano tutto colorato. Ed ora la domanda nasce spontanea:
F: Brayam, dove ti vedi tra 10 anni?
B: Questa è carina! Ho molti obiettivi in testa ed alcuni (anche piccoli) li ho già raggiunti e di questo sono molto soddisfatto. Ma alla tua domanda non saprei come rispondere in altro modo se non con queste parole: tra 10 anni mi vedo fiero, sia per gli obiettivi che avrò raggiunto sia per le nuove sfide e i nuovi traguardi che mi aspetteranno.


